I primi protagonisti di Golosaria Milano

I 12 mila mq di Mi.co. Fieramilanocity sono pronti ad accogliere i magnifici espositori di Golosaria Milano dal 6 all’8 novembre 2021

Cresce l’attesa per un evento che fin dalla sua prima edizione porta alla ribalta del grande pubblico temi legati all’attualità e alle nuove tendenze in tema agroalimentare, vitivinicolo e ristorativo, e dunque vi sveliamo il primo panel di produttori che saranno protagonisti della XVI edizione di Golosaria Milano.

Iniziamo da una “dolce” presenza fissa da numerose edizioni, la storica Pasticceria Gallina di Alessandria, come sono storici i suoi Baci di Gallina, ossia baci di dama di forma allungata che hanno nell’impasto il cacao, che hanno schiere di “cultori” anche in Giappone. Ma ci sono anche i Gallinotti, gli amaretti e la torta Baciona, un gustoso impasto di farina di nocciole farcita con una ganache di cioccolato fondente, poi nèira e la ciàra, creme di nocciole dedicate alla Cittadella e ottenute con un 58% di nocciole delle Langhe, zucchero e cacao.

Ancora più antica - qui si deve tornare al 1898 - è la tradizione della famiglia Domenis in quel di Cividale del Friuli, fondatori, con Pietro Domenis, di una prestigiosa distilleria. Oltre cento anni dopo, è un punto di riferimento nel mondo delle grappa di alta qualità. Anche grazie a scelte come la nascita della linea bio (nel 1999) e un'attenzione costante al mondo della miscelazione. Andate a trovarli nell’Area Mixology.

Forse non tutti conoscono la crescia sfogliata di Urbino, originaria del Montefeltro, una parente della piadina romagnola, ma la crescia si differenzia per l’utilizzo delle uova, il pepe e lo strutto. A Milano avrete la possibilità di assaggiarla ed acquistarla grazie ad uno dei massimi interpreti di questa specialità, Il Panaro. Buona sia calda sia fredda, farcita o da sola, con il dolce e con il salato. Oltre alla crescia, ricordiamo le piadine sfogliate a mano e all’olio extravergine di oliva, il crostolo tipico marchigiano per accompagnare i salumi e le Panarine di Urbino, ovvero mini cresce sfogliate.

Inedita presenza e recentissima scoperta top, è invece l'Azienda Agricola Ione Zobbi. Siamo sempre nell’Italia Centrale, ma questa volta nell'Alta Tuscia Viterbese, dove Ione & Paolo producono oli monovarietali per cuochi e gourmet, sviluppando il concetto di cru, e mettendo in evidenza la località ove è situato l'olivo, che viene menzionata nel nome dell’extravergine. Sono sei le cultivar aziendali: Caninese, Leccino, Frantoio, Maurino, Pendolino e Rosciola che danno vita a 11 oli cru. Uno più buono dell’altro.

Poi, una chicca casearia che tutti dovremo conoscere, anche per il patrimonio di saperi della antica tradizione pastorale sarda che porta con sé. E’ il Fiore Sardo Dop, che al gusto si presenta più o meno piccante a seconda dello stadio di maturazione prodotto dal Caseificio Fratelli Rubanu. Ma hanno anche la declinazione dei pecorini in varie stagionature, e le ricotte: da quella classica si arriva fino alla Salata Mustia, ottenuta dalla lavorazione del siero e dalla salatura in salamoia, con affumicatura e stagionatura in azienda. Ci sono anche il primo sale Su Nou e la fresca caciotta Disizzos.

Dalla Sardegna, arriva anche un altro personaggio davvero unico, Piero Virdis, testimone verace di quel frutto della terra che la sua famiglia coltiva da generazioni: il carciofo spinoso di Sardegna, una varietà che cresce rigogliosa in alcune aree dell’isola, come la Valle dei Giunchi. Oltre che fresco, Piero lo declina in prodotti sottovetro come i carciofini sott’olio e la crema di carciofi con carciofi, cipolla, sale, pepe e olio extravergine d’oliva, ideale per realizzare sfiziose bruschette. Ma c’è anche Leo, il liquore ricavato dall’infusione in alcol del carciofo spinoso.

Quindi, entra in scena la Lombardia, con tre protagonisti nel segno della rinnovata tradizione risicola di qualità della storica culla produttiva della Lomellina. A partire proprio dalla varietà di riso “Lomello”, al centro del progetto delle famiglie Meschini e Cisco nella loro Soc. Agricola Santa Maria Dei Cieli di Mede (Pv). Ma non solo. Hanno l’esclusiva per l’Italia della coltivazione del riso da sushi da parte di una multinazionale giapponese leader alivello mondiale nel settore food.

Altri protagonisti di gran vaglia sono Domenico e Giuseppe Carnevale Giampaolo - Cascina Buscaiolo (Cozzo - Pv) che si dedicano con passione alla produzione di riso nelle varietà di Baldo, Selenio, Carnaroli, Carnaroli integrale, Carnaroli semi-integrale, Risrus integrale. L’azienda fa parte del progetto “Carnaroli da Carnaroli Pavese” promosso da Camera di Commercio e Coldiretti Pavia.

A chiudere il tris, una realtà agricola che invece il riso del territorio lo trasforma in farina e olio derivati, utilizzando solo macchinari meccanici, senza trattamenti chimici e soprattutto senza solventi. Protagonista è la volitiva Erika Fornaroli dell'Azienda Agricola Cascina Nuova di Cozzo (Pv). L’olio di riso Naroli è un pregiato condimento ottenuto dalla spremitura a freddo del germe e della pula di riso (rispettivamente l’embrione e la pellicola interna del chicco di riso), ricchi di sostanze nutritive che si conservano integralmente nell’olio. L’altro prodotto innovativo della linea Naroli è la farina di germe di riso macinata a pietra, ricca di vitamine, sali minerali e fibre. Ma c’è anche un sapone ricco di nutrienti e particolarmente delicato sulla pelle.