Tenuta Montemagno potrebbe diventare un esempio da manuale di come si è sviluppato il turismo enogastronomico in Monferrato nell’ultimo decennio. Tutto ha preso avvio da un casolare cinquecentesco in un territorio che le mappe napoleoniche indicavano come “altamente vocato alla vite”, che è stato recuperato e restaurato da capo a fondo dai fratelli Flavio e Tiziano Barea, imprenditori di Busto Arsizio nel settore elettronico, che di queste colline si sono innamorati.
Nei vigneti di proprietà che si estendono fino ad Altavilla, Viarigi e Casorzo, vengono coltivate alcune tra le uve più famose del Piemonte: grignolino, barbera, ruchè, malvasia di Casorzo; nelle annate migliori fanno anche un Passito di Malvasia, e ancora sauvignon, timorasso e syrah. Emozionano la Barbera d’Asti “Mysterium”, di grande impatto e di persistenza molto lunga, austera, dal bel colore rubino fitto, ricca di forza anche nei sentori che evocano speziature antiche. Al pari della gemella “Austerum”, vinificata in acciaio e caratterizzata da eleganti note fruttate e speziate. Altri rossi d’autore sono i Ruchè di Castagnole M.to “Nobilis” e “Invictus”, quest’ultimo proviene da una produzione particolare di uve Ruchè con raccolta tardiva al fine di conferire grande struttura e personalità; quindi il Grignolino d’Asti “Ruber” e il Barolo “Soranus” prodotto a La Morra.
Emergono anche le declinazione degli spumanti metodo classico, anche nella versione Rosè, affinati 24 e 36 mesi e ottenuti al 100% da uve bacca rossa e polpa bianca raccolte con vendemmia precoce, e le interpretazioni della Malvasia di Casorzo dall’omonimo vitigno aromatico autoctono: “TM Roses”, vinificata in rosè, spumantizzata con metodo Charmat e vinificata in dolce; “Dulcem”, che fa fermentazione isobarica in autoclave per non disperdere aromi e gas naturali; e infine la versione passita, denominata “Nectar”, di grande struttura con delicate note di sciroppo di mirtillo e frutta naturale, da uve appassite naturalmente in vigna o su graticci in cantina, e andamento prefermentativo lento per 12 mesi in piccoli fusti di legno di rovere di secondo passaggio.