Tenuta Montemagno potrebbe diventare un esempio da manuale di come si è sviluppato il turismo enogastronomico in Monferrato nell’ultimo decennio. Tutto ha preso avvio da un casolare cinquecentesco in un territorio che le mappe napoleoniche indicavano come “altamente vocato alla vite”, recuperato e restaurato da capo a fondo da Tiziano Barea, che ha coinvolto il fratello Flavio e tutta la famiglia in questo bellissimo progetto. La loro passione traspare nella ricerca dell’eleganza di queste grandi sale, delle 16 camere che si affacciano sulle colline e della piscina che offre una vista indimenticabile sul territorio circostante. C’è anche una sala riunioni attrezzata per piccoli congressi aziendali. Parallelamente è stata costruita una ricca proposta enoturistica, che può essere vissuta in una rilassante vacanza di più giorni o in uno dei tanti eventi organizzati nell’arco dell’anno.
Emozionano la Barbera d’Asti “Mysterium”, di grande impatto e di persistenza molto lunga, al pari della gemella “Austerum”, vinificata in acciaio. Altri rossi d’autore sono i Ruchè di Castagnole M.to “Nobilis” e “Invictus”, quindi il Grignolino d’Asti “Ruber” e il Barolo “Soranus” prodotto a La Morra. Tra i Monferrato Bianco meritano il Nymphae (blend di sauvignon e timorasso), il Musae (100% sauvignon) e il Solis Vis (100% timorasso). Emergono pure le declinazioni degli spumanti metodo classico, anche nella versione Rosè, affinati 24 e 36 mesi e ottenuti al 100% da uve bacca rossa raccolte con vendemmia precoce, e le interpretazioni della Malvasia di Casorzo dall’omonimo vitigno aromatico autoctono: “TM Roses”, vinificata in rosè, spumantizzata con metodo Charmat e vinificata in dolce, anche come Passito “Nectar”.