Otto nuove curiosità che raccontano l’anima più sincera del Monferrato
- Il rilancio degli Infernot
- La serra idroponica di Rosignano
- Custodi di orchidee a Ponzano
- Il meleto di Vezzolano intitolato a Luigi Dorella
- La fattoria sociale che fa rete sul territorio
- I borghi monferrini location di libri gialli
- Lampioni a prova di zanzare
- Sui passi degli uomini della nebbia
In attesa della prossima edizione di Golosaria Monferrato (sabato 11 e domenica 12 settembre 2021) proseguono i nostri appuntamenti con le storie e i personaggi monferrini da conoscere. Ecco un’altra carrellata di curiosità che raccontano il fermento (non soltanto enoico) che anima queste colline patrimonio dell’Umanità.
Il rilancio degli Infernot
Nonostante la pandemia, il riconoscimento Unesco attribuito alle colline monferrine fa decollare i paesaggi del vino. Ne sanno qualcosa all’Ecomuseo della pietra da cantoni di Cella Monte, che in attesa della riapertura del 16 maggio è subissato di telefonate, non solo da privati, ma anche di tour operator interessati a conoscere e visitare il nostro territorio. Un esempio di promozione intelligente, quello dell’Ecomuseo, che raccoglie la sintesi di quanto si può ammirare nei comuni circostanti, compresi i 23 inferno censiti grazie a una collaborazione con l’istituto scolastico Baldo di Casale Monferrato.
E se l’Ecomuseo resta il fulcro dell’attività di promozione, con il suo caratteristico infernot, ma anche con la sua ampia documentazione multimediale, tutt’intorno c’è chi si è rimboccato le maniche e lo scorso fine settimana ha avuto qualcosa da festeggiare. È il caso del Santuario di Crea, che domenica scorsa ha raggiunto quota 900 persone e che in tutto il 2020, nonostante la chiusura totale di aprile, novembre e dicembre, ha totalizzato 114.174 visitatori (nel 2019 erano stati 178.375) (Il Piccolo).
La serra idroponica di Rosignano
Piantine di pomodori cresciute di una ventina di centimetri in una settimana, un sedano rigoglioso a pochi giorni dalla piantumazione, insalata appena piantata ma che già rizza la testa. Sono alcuni dei “miracoli” che si sono verificati nella serra idroponica allestita all’istituto agrario “Luparia” di San Martino di Rosignano Monferrato.
Una novità multifunzionale che impiega poca acqua e poco terreno, arricchito di nutrienti senza l’uso di prodotti chimici, e che va sempre più incontro ai problemi di un mondo sovrappopolato, dove acqua e terra sono preziosi e dove la fame è uno spettro ancora troppo difficile da scacciare. Dopo il taglio del nastro, l’invito è che i privati si facciano avanti per sviluppare questa tecnologia che, secondo il professor Ferruccio Battaglia “Può rappresentare anche un grosso input per la nostra economia territoriale”. (La Stampa).
Custodi di orchidee a Ponzano
È stato sottoscritto lo scorso 8 maggio, a Ponzano, l’Accordo “Custodi di Orchidee”, alla presenza di Legambiente e Parco del Po vercellese-alessandrino. L’iniziativa, inserita nel programma “comuni Custodi delle Orchidee Selvatiche” e rientrante nel progetto LIFEorchids coordinato dall’Università di Torino, ha lo scopo di contrastare l’attuale declino delle orchidee spontanee tipiche delle praterie, che mantengono le loro caratteristiche di biodiversità solo se adeguatamente gestite dall’uomo, mediante interventi di ripristino e reintroduzione delle specie vegetali.
“La presenza delle orchidee spontanee sul nostro territorio municipale - ha spiegato il sindaco di Ponzano Paolo Lavagno - è certamente indicatore della qualità e della salubrità dell’ambiente, da promuovere, unitamente al doppio riconoscimento a sito Unesco, quale ulteriore peculiarità per contrastare il fenomeno dello spopolamento, andando ad attirare nuovi abitanti sensibili ai temi ambientali e alla qualità della vita”. (Il Monferrato)
Il meleto di Vezzolano intitolato a Luigi Dorella
È tempo di attesa per lo storico meleto dell’abbazia di Vezzolano, che anche quest’anno si prepara a regalare frutti robusti e dal sapore antico. Un frutteto che deve la sua storia al personaggio di Luigi Dorella, l’uomo che parlava con le piante e papà di questo frutteto della memoria che è mancato lo scorso anno a 88 anni. Il suo meleto, nato quasi per scommessa, negli anni è divenuto un modello per gli svizzeri, ma anche uno strumento didattico per università e istituti di agraria e oggi comprende una cinquantina di piante che raccolgono 24 varietà di “pom” (mele).
In ricordo di questa figura che tanto ha dato a questo frutteto, un gruppo di amici ha deciso di chiedere alla Direzione regionale Musei del Piemonte e alla Direzione della canonica di Vezzolano, la possibilità e l’iter da seguire per intitolare il frutteto a Luigi Dorella, avviando a corredo una petizione che conta già una trentina di firme. E poiché per raggiungere un obbiettivo bisogna prima di tutto crederci, sta nascendo anche un’altra idea: raccogliere le dispense, i diari e gli appunti di Dorella per farne una pubblicazione. Magari da sfogliare sotto il suo meleto. (La Stampa)
La fattoria sociale che fa rete sul territorio
Si chiama “I Bergè di Muscandia” il progetto coordinato dall’ex assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero nato con l’idea di creare un ambito inedito, mantenendo salde le radici tipiche dell’agricoltura e dei suoi prodotti. Avviato nel 2020 a Pino d’Asti con l’apertura del ristorante di via Maestra, 23, oggi è una storia di successo che ha coinvolto alcuni produttori locali della zona limitrofa che lavorano insieme per un futuro migliore in ambito agricolo, ma anche per rendere sociale il progetto con lavori di inclusione rivolti a giovani stranieri.
"Aziende associate che lavorano insieme per aiutarsi a vicenda, con il collante del ristorante come punto di riferimento, con personale ad hoc e vari tirocini per far imparare un mestiere - racconta Ferrero su La Stampa - Il concetto di inclusione è per noi importante. Tutto nasce dall’esigenza di trovare forza lavoro che abbia ancora voglia di sporcarsi le mani nella terra. I giovani stranieri che oggi vivono sul territorio sono stati il punto di forza per far partire il progetto”.
I borghi monferrini location di libri gialli
Ne sa qualcosa la giornalista e scrittrice Marina Rissone, originaria di Johannesburg e residente a Dusino San Michele, che è tornata a promuovere le sue fatiche letterarie ambientate nel Monferrato per dare nuovi spunti e stimolare la curiosità dei lettori intorno ai selvaggi e “misteriosi” borghi monferrini. Tre in tutto i libri ambientati tra queste colline: “La chiave del mistero”, giallo ambientato nella Pieve Romanica di San Lorenzo a Montiglio Monferrato; “Così parlò Nerone, Gatto Araldico”, un racconto magico esoterico dedicato al castello di Piea e “Indelebile”, un thriller psicologico tra il Monferrato, Torino, Roma e altre capitali d’Europa dove personaggi, reali e inventati, discutono di moda, cultura, giornalismo e doppiaggio. Non resta che leggere! (Il Monferrato)
Lampioni a prova di zanzare
In attesa di notizie sull’avvio delle risorse regionali per la campagna 2021 e in vista della stagione turistica, sarà il Comune di Casale Monferrato a tentare una sperimentazione nuova di cattura delle zanzare. “In accordo con Amy che gestisce l’illuminazione pubblica - ha spiegato il consigliere Alberto Drera - avvieremo una sperimentazione su alcuni lampioni della città con un sistema di ventilazione che spingerebbe le zanzare, attratte dalla luce, verso una rete di cattura posizionata sotto al sistema di ventilazione”. Le zanzare che saranno catturate sono insetti già adulti, e quindi in grado di volare, appartenenti al genere Culex. Ma sarà necessario individuare per la sperimentazione i luoghi dove sono stati segnalati i maggiori focolai dai chi, già da anni, si occupa di contrasto alle zanzare. (La Stampa)
Sui passi degli uomini della nebbia
È stata inaugurata domenica 9 maggio, a Rosignano, la passeggiata naturalistica di circa 4 chilometri ispirata a “Nanà”, il libro dell’astigiano Paolo Squassino dedicato ai tartufai. “Chi camminerà lungo il percorso - racconta Emanuele Rendi, socio fondatore dell’associazione Tartufai Valle Ghenza - scoprirà non solo gli aspetti botanici e naturalistici legati al tartufo, ma anche la poesia che circonda il lavoro di ricerca. Vogliamo raccontare quei cercatori che ricalcano la figura degli uomini della nebbia, persone che si emozionano percorrendo il territorio”. Il percorso si sviluppa nella Valle Ghenza correndo parallelo alla strada provinciale 42, in direzione di Frassinello.
“Grazie alla sinergia tra l’associazione dei Tartufai della Valle Ghenza e l’unione Collinare Terrei dei Vigneti e Pietra da Cantoni, che comprende oltre a Rosignano, Cella Monte, Frassinello e San Giorgio - ha aggiunto il sindaco di Rosignano Cesare Chiesa - abbiamo creato questo percorso per dare la possibilità a chi visita il territorio di immergersi in un luogo affascinante, percorribile in ogni stagione, a piedi o o in bicicletta, e dove sarà possibile nel periodo di cerca del tartufo bianco incontrare i trifulau al lavoro con i loro fedeli ‘tabui’”. (La Stampa)