Le diverse declinazioni del Lambrusco saranno protagoniste della seconda giornata di Golosaria Wine (23 aprile)

“Non avrei mai immaginato che il Lambrusco di affermasse, giacché in quel lontano 2002, quando a Modena si tenne Lambrusco Mio, si notavano tensioni fra i piccoli produttori e le grandi realtà”. Così Paolo Massobrio che oggi afferma che quei tempi sono passati e la direzione di tutti è andata nella direzione della qualità. Ma non solo: oggi c’è la gara per mettere in risalto la versatilità del Lambrusco, che arriva fino al metodo classico.

E se il Lambrusco di Sorbara è il prototipo che interpreta l’essenza di ciò che ci si aspetta, il Grasparossa di Castelvetro è il bicchiere della gioia a tavola, mentre il Salamino, oggetto di una degustazione a Carpi, nell’autunno passato, riserva moltissime sorprese. Li conosceremo tutti, compresi quei Lambrusco reggiani che raccontano l'attualità di una storia. Intanto ecco il resoconto della degustazione di tutti i campioni, un anno fa, che hanno ispirato l’idea di creare una giornata apposita dedicata a questo grande vino.